E’ iniziata la cerca del tartufo bianco pregiato
Anche in Veneto l’1 ottobre è iniziata la cerca del tartufo bianco pregiato (Tuber magnatum Pico), sarà possibile raccoglierlo sino al 31 dicembre.
Tartufo bianco pregiato: Carpoforo a forma di tubero, globoso, irregolare quasi deformato; peridio color ocra-chiaro, giallognolo, finemente vellutato, granuloso; gleba inizialmente bianca a debolmente giallo-ocra, poi a maturità tende a tonalità rossicce; vene biancastre, ad andamento irregolare, a colore immutabile; odore forte, penetrante, di formaggio fermentato. Dimensioni: mediamente 2 – 8 cm, ma può raggiungere i 15 cm (eccezionalmente anche oltre!). Predilige terreni di buona qualità, né troppo sabbiosi, né troppo argillosi. La distribuzione delle piogge durante l’anno dovrebbe essere piuttosto regolare anche nei mesi estivi. Il tartufo bianco pregiato è in simbiosi con: farnia, tiglio, nocciolo (nelle zone di pianura); roverella, cerro e carpino nero (nelle zone collinari); salici e pioppi (nei fondovalle e lungo i fossati). Nel Veneto può trovarsi soprattutto nelle province di Rovigo e di Padova, talora anche di Vicenza. (da: Cenni di biolgia ed ecologia dei tartufi, a cura della Regione Veneto)
Il tartufo bianco va mangiato rigorosamente crudo; dopo averlo spazzolato con uno spazzolino morbido e mano leggera, va affettato a scaglie molto sottili, grazie all’apposito affetta tartufi, direttamente su un risotto, su un piatto di tagliatelle al burro, su un uovo all’occhio di bue.
Più il piatto è semplice più si esalta il profumo e l’aroma del tartufo bianco.
Nel Delta del Po due record difficilmente eguagliabili: ad Ariano nel Polesine Gennaro Vicentini ha raccolto nel 1968 un tartufo bianco pregiato di Kg 1,650, a Papozze Paolo Maestri un bianco pregiato di 930 grammi negli anni ottanta del secolo scorso.