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Dante Alighieri e il Delta del Po

Nella notte tra il 13 e il 14 settembre di 700 anni fa (1321) moriva a Ravenna il sommo poeta Dante Alighieri a causa della malaria che lo avrebbe contagiato proprio nel delta del Po durante il viaggio di ritorno a Ravenna da Venezia.

Secondo una tradizione popolare, il poeta stava tornando da una ambasceria a Venezia per conto di Novello da Polenta, Signore di Ravenna, quando si smarrì nel groviglio di corsi d’ acqua e vegetazione del Delta del Po nei pressi di San Basilio, ora nel comune di Ariano Polesine. Si salvò grazie a una quercia enorme che dominava l’argine del Po di Goro sulla quale salì per orientarsi e ritrovare la strada. La quercia è citata in un atto notarile del 1548 ma data per certa nell’ epoca di Dante. E’ crollata il 25 giugno 2013, era una farnia considerata la pianta più vecchia della provincia di Rovigo.

A San Basilio il sommo poeta è stato realmente ospite dell’Hospitium gestito dai Monaci di Pomposa.

Volendo dar credito alla leggenda, nell’estate del  1321, per la seconda volta nella sua vita, Dante Alighieri si smarrì in una selva oscura, che però non era una metafora, come nella Divina Commedia, ma un vero bosco, fitto di rovi, rami intricati e acquitrini, che era il Delta del Po a quei tempi, ricoperto da quello che rimaneva della foresta originaria della Pianura Padana.

Incipit dell’Inferno:

Nel mezzo del cammin di nostra vita
mi ritrovai per una selva oscura,
ché la diritta via era smarrita.

Ahi quanto a dir qual era è cosa dura
esta selva selvaggia e aspra e forte
che nel pensier rinova la paura!

Il delta del Po è presente anche nel canto quinto dell’Inferno

Siede la terra dove nata fui
su la marina dove ’l Po discende
per aver pace co’ seguaci sui.

(Sorge la città dove nacqui sul litorale Adriatico dove sfocia il Po con i suoi affluenti a cercarvi la pace dopo tanto scorrere. La città è Ravenna che ai tempi di Dante era molto più vicina al mare di quanto non lo sia ora. A parlare è Francesca, figlia di Guido da Polenta, signore di Ravenna, che aveva sposato Gianciotto Malatesta, il figlio zoppo del signore di Rimini. Nell’episodio infernale la sola a parlare è Francesca mentre Paolo resta in silenzio e poi piange. Paolo, il fratello di Gianciotto, attratto dalla bellezza della donna si innamorò e venne ricambiato. Questa  colpevolezza portò entrambi alla morte per mano di Gianciotto che nel tentativo di uccidere Paolo trafisse con la spada anche Francesca che aveva fatto scudo con il suo corpo).