Un po’ della nostra storia
Mangiare con il tartufo è sempre un grande piacere per la gola e per l’olfatto, ma chi si avvicina a questa prelibatezza deve sempre pensare che dietro ad un tartufo c’è sempre la storia di un uomo, “il tartufaio”, e del suo abile e fedele cane. Ma c’è anche la storia di un luogo, di un albero, la poesia di un’alba, la musica della natura, nel nostro caso il Polesine e il Delta del Po.
La cerca del tartufo nella terra tra i due fiumi, Adige e Po, non è un fenomeno recente ma una storia plurisecolare.
In quest’area, tra l’Adige e il Po, crescono tutte le 9 specie di tartufo commestibile, in particolare i tartufai del luogo si dedicano prevalentemente alla cerca di: Tartufo Bianco (Tuber magnatum Pico); Tartufo Bianchetto o Marzuolo (Tuber albidum Pico); Tartufo Estivo o Scorzone (Tuber aestivum Vittad.); ma anche: Tartufo Nero Invernale (Tuber brumale Vittad.) e Tartufo Uncinato o Scorzone Invernale (Tuber uncinatum).
Già nel XIX secolo abbiamo notizie di esperti cercatori di tartufo nel Delta del Po, infatti possiamo dire che la storia inizia con Sante Vicentini (1874 – 1958), residente nell’Isola di Ariano, ottimo pescatore ed abile cercatore di tartufi, Sante ha trasmesso l’arte al figlio Gennaro, che era anche un grande nella preparazione dei cani da tartufo.
Nella casa di Papozze della nipote Sandra fa bella mostra una foto di Gennaro con un tartufo bianco pregiato di kg 1,650 raccolto del 1968.
Un altro grande e famoso nella cerca del tartufo è stato il papozzano Paolo Maestri (1911 – 1991) che ha avuto due grandi maestri nel padre Antonio e nello zio Egidio. Anche Maestri ha un record personale, un bianco pregiato di 930 grammi. Paolo ha fatto appassionare alla cerca del tartufo l’allora parroco di Papozze mons. Ugo Battizocco. Il suo luogo preferito per la cerca era l’isola del Mezzano, sempre a Papozze, in quei tempi, insieme alle golene del Po, dava sempre grandi soddisfazioni ai tartufai che mai tornavano a casa a mani vuote.
Altri tartufai famosi erano i fratelli Tarquinio e Ferruccio Barion, anche loro grandi frequentatori dell’isola del Mezzano e delle golene. A Papozze la tradizione ora continua con tanti esperti cercatori, tra cui Alfredo Vicentini, Giuliano Cappello, Renzo Crepaldi, Dino Enri Giani.
A Papozze il tartufo non si raccoglieva soltanto ma lo si poteva gustare nella famosa trattoria “La Tona” che si trovava nel vecchio abitato, tutto nella golena del Po, denominato “Piazza Cantone”. La fama di questo locale era andata ben oltre i confini provinciali; giornalisti, scrittori, politici si davano spesso appuntamento attorno ai tavoli della Tona. Qui era di casa anche Mario Soldati (1906-1999), scrittore, giornalista, saggista, regista, sceneggiatore ed autore televisivo. Nel 1957 (a tre anni dalla venuta della televisione) sul suo unico canale la Rai ha trasmesso “Viaggio nella valle del Po – alla ricerca dei cibi genuini”, condotta da Soldati che è stato il precursore delle trasmissioni televisive dedicate al cibo. I piatti più apprezzati da Soldati: tagliatelle, uova, risotto e faraona sempre con abbondante tartufo del luogo.
Anche i titolari della “Tona” avevano il cognome Soldati e ciò ha fatto stringere ancora di più l’amicizia con lo scrittore-regista, tanto che dicevano di essere anche parenti.
L’ultima “Tona” la regina della “trifola” è stata Fortunata Soldati che se ne è andata a 93 anni nel novembre del 2005.
Anche l’ultima nostra memoria storica Vittoria Barbieri purtroppo se ne è andata nel giugno 2015. Vittoria Barbieri dava il merito della forte presenza del tartufo bianco nell’isola del Mezzano e nella golene del Po proprio al grande fiume che dal Piemonte trasporta le spore sino al Delta.
Guarda Vittoria Barbieri TG1 del 13 luglio 2010
https://www.youtube.com/watch?time_continue=2&v=3EF1UUjTvrc&feature=emb_logo
“La Tona” ora non c’è più ma la tradizione continua con il ristorante “Le Magnolie” che dal 2007 è anche la sede dell’Accademia del tartufo del Delta del Po.
Il ristorante “Le Magnolie” ha iniziato l’attività nel 1988, dopo una lunga esperienza dei titolari nel settore alberghiero e della ristorazione. In sala la titolare Rita Mancin con il fratello Ruggero, in cucina il marito Costantino Lo Iacono, oltre al tartufo, presente tutto l’anno a seconda della stagionalità, offrono piatti che si ispirano alla grande tradizione veneta dalla carne al pesce.