Curiosità: tartufi maschi e tartufi femmine

Nel 1586 Castor Durante da Gualdo nel suo trattato “Il Tesoro della sanità”, una collezione di rimedi di medicina popolare per le famiglie, con regole pratiche di igiene e suggerimenti dietetici, dedica alcune pagine al tartufo.

Per Castor Durante i tartufi neri sono maschi e quelli bianchi sono femmine e anche se era nato a Gualdo Tadino, zona ancora oggi famosa per il tartufo bianco  “tuber magnatum Pico”, le sue idee sembrano essere abbastanza singolari. Scrive infatti: “I maschi, cioè i negri sono migliori de i bianchi che son femine, e i grossi parimente, e grandi, con la scorza granellosa e dura, molto freschi non putridi e di buon odore”.

Alla voce “Giovamenti” sottolinea il fatto che i tartufi possono stimolare gli appetiti venerei proprio perché “hanno sapore di carne”. Scrive: “ Si mangiano cotti e crudi, son soavi al gusto, perché hanno odore di carne, eccitano gli appetiti venerei, e moltiplicano lo sperma, generano grosso nutrimento ma non cattivo”. Castor consiglia inoltre di usare i tartufi come deodorante nelle cassepanche “messi i tartufi nelle casse danno alle vesti non ingrato odore.

I tartufi possono nuocere? Castor non ha dubbi: “ Sono ventosi malinconici, e inimici ai nervi, alla testa e allo stomaco, e fanno tristo fiato…”.

Ma esistono anche i rimedi: “Si lavino con vino, si cuociano sotto la cenere, poi mondi si ricuociano con molto olio, pepe, e sale e succo di limone, o d’aranci, o vero si faccino bollir’ in brodi grassi con cannella, e appresso si beva vin buono, e puro. Ma bisogna mangiarli in fin del pasto”.

Al di là del pensiero di Castor Durante il tartufo è senz’altro il fungo più prezioso al mondo, conosciuto e stimato sin dall’antichità, lo amavano gli egizi e i greci lo consideravano di origine divina, figlio del tuono.  Lo adoravano i romani.  Nella voluttuosa Roma di età imperiale il tartufo era usato più che altro come afrodisiaco, ‘philtrum quo vincerre mulierrum’; anche per questo era un cibo prelibato molto ricercato e prezioso che richiedeva cura e trattamenti elaborati per la sua preparazione. Ebbe poca fortuna nel medioevo ma nel rinascimento raggiunse l’apice della notorietà grazie anche a Caterina de’ Medici che lo portò alla corte di Francia. Oggi, nel XXI secolo,  è ancora l’indiscusso Re della tavola.

Castor Durante:

  detto anche Castor Durante da Gualdo (Gualdo Tadino, 1529 – Viterbo, 1590) è stato un medico, botanico e poeta del Rinascimento.

Suo padre fu il giurista gualdese Giovan Diletto Durante.

Castore si laureò in medicina a Perugina e nel 1567 divenne medico di Gualdo Tadino. A Roma insegnò presso l’Archiginnasio della Sapienza. Fu medico del Papa alla corte di Sisto V.

Grazie al successo delle sue pubblicazioni godette di grande popolarità in Italia e in Europa.

Le opere famose: “Herbario novo” pubblicato nel 1585 a Roma, è una collezione di piante medicinali dell’Europa e delle Indie Orientali ed Occidentali. Le prime edizioni vennero illustrate da Leonardo Parasole da Norcia, mentre la terza edizione include le piccole xilografie del celebre incisore Isabella Parasole. Ciascuna specie include, oltre all’illustrazione, “nome, forma, loco, qualità, virtù” in italiano e latino. L’erbario verrà integrato e ripubblicato in 11 edizioni italiane, una edizione tedesca e una spagnola. Le ristampe proseguiranno anche dopo la scomparsa dell’autore per oltre centotrenta anni.

“Il tesoro della sanità” pubblicato a Roma nel 1586 è una collezione di rimedi di medicina popolare per le famiglie, con regole pratiche di igiene e suggerimenti dietetici.